Il Burqa, la Lega, Bersani e le mamme di Sonnino..

Aprendo Repubblica.it oggi ho avuto la conferma di quello che c`era tristemente da aspettarsi: la legge “anti-burqa” voluta da Sarkozy e passata dal Parlamento francese in mezzo a mille polemiche, comincia a generare emulazione in tutta Europa. Guarda caso, chi prende subito ispirazione  non e` l`Olanda che ha avuto nel passato seri problemi di “convivenza” con l`Islam (da Theo van Gogh in poi) o la Danimarca dove la controversia legata alle vignette pubblicate dal Jyllands-Posten ha ancora putroppo strascichi violenti (e` di qualche giorno fa la notizia di un fallito tentativo di far esplodere un uomo bomba in un hotel del centro di Copenhagen).

In Italia -un paese che non ha registrato fratture violente o episodi gravi di convivenza con le minoranze islamiche- un disegno di legge “anti-burqa” viene oggi proposto dalla Lega (in realta, esistono gia ben 8 proposte del genere, come ci ricorda Repubblica.it).

La Lega fa sapere che la tempestivita` nel presentare il nuovo testo e` in direzione di  “dare più forza all’iniziativa francese”. Peccato, mi dico leggendo il pezzo di Repubblica, che i nostri leghisti non siano altrettanto zelanti quando si tratta di sposare provvedimenti di altro tipo adottati dai fratelli francesi o europei, provvedimenti che riguardano per esempio scuola, lavoro, etc.

D`altra parte, anche Bersani commette un errore se e` vero, come riporta Carolina Lussana della Lega, che avrebbe dichiarato :”la proposta di legge anti-burqa non è certo una priorità”.

Certo, siamo in un paese che di priorita` in questo momento ne ha centinaia, ma cio` non vuol certo dire che non si debba affrontare il problema e che il PD non possa (anzi debba a mio parere) avere esperti al suo interno che si occupano di questioni legate all`immigrazione o alla convivenza multireligiosa.

Non era il momento ma lo e` diventato: dal Pastore “che voleva bruciare il Corano” in occasione dell`anniversario dell`11 settembre fino agli attacchi sferrati ai cristiani in Kashmir, I media internationali sono responsabili di aver riportato l`attenzione su tematiche che riguardano la convivenza e il rispetto fra le religioni.

Forse I media non fanno piu` l` “agenda” delle persone, ma un certo circolare di notizie putroppo piuttosto che produrre informazione crea paura. Non mi sorprende, ma mi rattrista di leggere della scuola di Sonnino che solo oggi si rivolta in blocco contro una mamma marocchina integralmente velata, perche` metterebbe paura ai bambini e genererebbe questioni di “sicurezza”(chi puo sapere chi si nasconde sotto il velo della signora?).

La vita ormai, ai tempi del nuovo millennio, e` tutta una questione di “sicurezza” e il sospetto si insinua ovunque, anche in chi, come gli abitanti di questo paesino, erano gia` abituati a vedere la signora girare per le strade integralmente velata ma, guarda caso, e` solo all`indomani della legge Sarkozy che escono allo scoperto e chiedono una soluzione.

Cara Lega, Bersani, e abitanti di Sonnino: io penso che queste questioni -come quella di accettare o meno il velo integrale- non siano questioni di solidarieta` con la battaglia di altri popoli europei, o di priorita` del nostro parlamento verso altre leggi piu importanti, ne` tantomeno di “sicurezza”.

Queste questioni andrebbero seriamente studiate e analizzate non come un`emergenza, ma in direzione di una visione strategica del futuro della nostra societa (per “nostra” intendo quella globale).

Viaggio in Medio Oriente da oltre 15 anni. Amo la cultura e la lingua araba, rispetto la religione islamica e tutte le altre religioni -che vedo  tutte egualmente dal punto di vista laico (compresa quella cattolica alla quale, per nascita, appartengo)-. Ho vissuto e vivo in Medio Oriente come se fosse la mia seconda casa. Ho sempre pensato che leggi come quella di Sarkozy siano pericolose per il dialogo e per la convivenza fra I popoli.

Durante lo scorso Ramadan mi e` capitato di fare un breve viaggio a Dubai. La citta` bruciava di oltre 40 gradi e 90% di umidita`. Per “rispettare” il sacro mese di Ramadan, era assolutamente vietato bere (anche acqua), mangiare, fumare in qualsiasi luogo pubblico. Ho scoperto che anche la lobby di un hotel e` un luogo pubblico perche` di passaggio, e mi sono ritrovata a dover bere un bicchiere d`acqua chiusa in un bagno o nella mia stanza. In qualsiasi altro luogo, nonostante il caldo, l`umidita, il mio essere straniera ed evidentemente non musulmana, non mi ha regalato alcuna deroga a questa legge di “rispetto” del Ramadan.

Ho tanti amici musulmani che fanno il digiuno, e durante l`anno tutti I giorni pregano 5 volte al giorno. Nessuno mi ha mai chiesto di “derogare” al clima, alla mia nazionalita`, alla mia religione per “rispettare” la sua. Mi chiedo cosa sia il rispetto, se non e` reciproco.

Quando ho visto alla frontiera fra due paesi arabi scoppiare quasi una rivolta popolare per una signora velata che non voleva farsi identificare -rivolta contro il poliziotto che giustamente le chiedeva di scoprirsi mentre il “popolo” era schierato con la “religione”- mi sono chiesta cosa fosse il rispetto in questo caso.

Ho cominciato a pensare che le questioni multiculturali non si trattano con la logica dei “due pesi e due misure”: l`Europa progredita, laica, democratica dovrebbe secondo questa logica garantire a quei musulmani che vogliono indossare o far indossare la copertura integrale la liberta` di poterlo fare, sotto l`ombrello  protettivo dei diritti civili dei “nuovi cittadini”. A sua volta, quest`Europa progredita dovrebbe essere comprensiva ed accettare l`atteggiamento di Dubai e di quegli altri stati arabi che impongono ai non musulmani di non bere (acqua) a 40 gradi per rispettare il Ramadan islamico.

Cosa c`e che non va, mi chiedo? Perche` devo rispettare, e non essere rispettata?

Ho cominciato a vedere la questione da un punto di vista piu` “problematico”.

Ecco, anche il problema del velo integrale andrebbe affrontato secondo la logica della reciprocita`: cosa puoi dare tu stato arabo e islamico ai nostri cittadini non islamici e cosa possiamo dare noi stati laici a cittadini che invece vogliono apertamente manifestare la loro credenza religiosa?

Cara Lega, lasciamo stare la logica della solidarieta` ai francesi di Sarkozy, e alla loro battaglia a tutto campo contro tutti I simboli religiosi -e non solo a scuola, ma in tutti I luoghi pubblici, compresi strade e hotel, come quell`hotel dove mi trovavo a Dubai senza poter bere acqua-. Non potremmo trovare un compromesso, come rendersi riconoscibile a scuola, negli uffici pubblici, negli aeroporti, senza pero` prendere tutto o buttare tutto come vuole la logica Sarkozy?

Caro Bersani, il problema del burqa c`e, ed e` urgente, come tante altre cose. Non e` una questione di cosa e` prioritario, la convivenza multiculturale lo e` senz`altro in una societa globale.

Care mamme di Sonnino, la logica della sicurezza e` una logica di paura e di emergenza. La societa` dove I vostri figli vivranno non puo` essere il frutto di questo, ma dovrebbe poter essere costruita sulla solidarieta e sulla reciprocita.

Penso che la logica della “reciprocita” sia una risposta alle tante domande sul burqa o non burqa di questi giorni: rispettiamo I musulmani che abitano da noi, e chiediamo a loro il rispetto per I non musulmani che abitano da loro. Diamo a loro garanzie di una societa civile, e chiediamole.

Il tutto in una logica di uno stato laico che, lasciando per definizione spazio a tutti e non sposando le posizioni di nessuna religione, e` l`unica risposta plausibile per la costruzione e la salvaguardia di societa` multiculturali e multireligiose.

5000 USD grant for a Lebanese Documentary project in production

منحة بقيمة خمسة آلاف دولار لدعم فيلم وثائقي لبناني قيد الانتاج في إطار إتفاق الشّراكة بين مهرجان دبي السينمائيّ الدوليّ والجمعية الثقافيّة بيروت دي سي، وضمن فعاليات مهرجان أيام بيروت السّينمائيّة، سوف يقدّم مهرجان دبي السينمائيّ هِبة بقيمة خمسة آلاف دولار من أجل دعم فيلم وثائقي لبناني قيد التّنفيذ. معايير قبول الأفلام و شروط المشاركة -أن يكون مشروع فيلم وثائقي طويل (٥٤ دقيقة أو أكثر( – لمخرج لبناني أو عربي مقيم في لبنان على المخرج أن يرسل ملفًا يحتوي على المعلومات التالية: – صفحة الغلاف مذكور عليها عنوان الفيلم، إسم المخرج والمنتج ووسيلة الإتصال بهما – ملخّص عن الفيلم (صفحتين) – رسالة النوايا (صفـحة أو صفحتين) – المعالجة السّينمائية (صفحتين أو ثلاثة) : شكل الفيلم، أسلوب الكاميرا، ونمط القصّة – ملخّص عن المخرج – ملخّص عن ميزانيّة الفيلم وخطة لكيفيّة جمع التبرعات – دي ڤي دي يحتوي على أحد أفلام المخرج السّابقة لدى حصوله على المنحة، يتعهّد المخرج بأن يكون العرض العربي الأول للفيلم ضمن فعاليّات مهرجان دبي السينمائيّ الدوليّ. الرّجاء إرسال المعلومات الكاملة باللغتين، العربية والانكليزية/الفرنسية، على البريد الإلكتروني : news@beirutdc.org عنوان الرّسالة : هِبة لدعم فيلم وثائقي بالإضافة إلى ذلك، إرسال نسخة من المعلومات مُرفقة بقرص الدي ڤي دي إلى عنوان البريد التالي : بيروت دي سي، فرن الشباك، شارع سليم خوري، بناية روز عقيقي ، الطابق الارضي، صندوق بريدي: po box 116-5118 تل: 01293212 الموعد النّهائي لإستلام المشاريع هو الإثنين ١٣ سبتمبر ٢٠١٠

A 5,000 $ Grant for a Lebanese Documentary Project in Production Within the partnership between The Dubai International Film Festival (DIFF) and BeirutDC, and in the framework of Ayam Beirut Al Cinema’iya, the DIFF would like to encourage documentary filmmaking in Lebanon by offering a 5,000 $ grant to a Lebanese documentary project in production.

Criteria and eligibility: *The project has to be: – A feature documentary (54 minutes and up) -Directed by a Lebanese filmmaker or an Arab filmmaker living in Lebanon *The filmmaker has to send a file containing: -A cover page with the title of the project, the names of the filmmaker and of the producer and their full contacts -A synopsis of the film (2 pages) -An intention note (1-2 pages) -A treatment (2-3) pages describing the style of the film, the visual aspect, the structure and the story -A small paragraph about the filmmaker -A one page budget summary, fundraising plan, and status of the film -A DVD containing one previous film by the filmmaker Once granted, the filmmaker has to commit that he will give the Arab premiere of his film to DIFF. Please send your material in 2 languages (Arabic and English/or French) by electronic mail to: news@beirutdc.org Subject: Grant for documentary project As well as a printed version of the material with the DVD to: Beirut DC, Furn el Chebbak, Selim Khoury St, Rose Akiki Bldg., Ground Floor, po box 116-5118, tel: 01293212.

The deadline for receiving the projects is Monday, September 13th, 2010