Ringrazio Francesca Caferri di Repubblica, e tutti quelli che in queste ore si stanno mobilitando per attirare l`attenzione sul caso di Bassel Khartabil aka Safadi, detenuto in Siria dal marzo scorso e in grave pericolo di vita.
Conosco Bassel da molti anni. Bassel e` un ingegnere web bravissimo, un convinto sostenitore di un Internet libero e aperto, della condivisione in rete, dell`open source. Ma, soprattutto, per me e` un caro amico: una persona con cui ho condiviso tante avventure, una persona generosa, che ha sempre anteposto se stesso agli altri, sempre pronto ad aiutare. Ricordo quando i miei genitori sono venuti per la prima volta a trovarmi a Damasco, era Bassel che si e` occupato di trovargli da dormire, quando il turismo era alle stelle ed era difficile scovare persino un letto nella capitale siriana. Li ha invitati per un succo di gelsi e gli ha sorriso, stabilendo un contatto con loro, anche se non c`era nessuna lingua comune.
Ricordo quando abbiamo fatto il Creative Commons Iftar a Damasco, e la community libanese e` scesa a frotte in citta`, e Bassel era appena tornato dalla Cina con una polmonite. Fu lui a portarli in giro per Damasco vecchia, a mostrargli le bellezze della citta`, ad assicurarsi che stessero bene mentre lui a malapena si reggeva in piedi.
Ricordo tanti viaggi fatti da Damasco a Beirut in taxi con lui, per presenziare meeting sul tema dell`open source e della condivisione su Internet. Bassel era sempre li, ad occuparsi di noi, con quel suo modo che metteva tutti a suo agio.
Bassel e` un techie, ma non di quelli freddi, che passano ore al computer e non guardano negli occhi chi ti sta di fronte. Bassel ha un cuore enorme, e una grandissima ironia, che ci ha sempre fatto andare avanti, in tutte le peggiori situazioni.
Dal marzo 2012 ho perso ogni contatto con lui, io e tutta la sua famiglia, e tutti i suoi amici. Vorrei che fosse qui, a scherzare, come facevamo tante volte assieme.
La sua assenza ci dilania. La sua colpa e` aver immaginato la liberta`. Bassel e` alla corte marziale come quelli che hanno imbracciato le armi.
Ma l`unica arma che Bassel abbia mai preso in mano e` la tastiera del suo computer. E l`unico suo crimine e` aver sostenuto la condivisione, la collaborazione e la liberta`.
Siria, il web si mobilita: “Liberate Khartabil, La sua unica colpa è essere per Internet libero”
L’ingegnere elettornico di 31 anni, specializzato in software open source, è stato indicato da Foreign policy come uno dei “cento pensatori più influenti del mondo”. E’ stato arrestato a marzo a Damasco e da allora non se ne sa più nulla
di FRANCESCA CAFERRI
È stato scelto da poco dall’autorevole rivista Foreign policy come uno dei “cento pensatori più influenti del mondo”. Ma questo forse lui neanche lo sa. Bassel Khartabil è stato arrestato a marzo a Damasco dalle forze di sicurezza del presidente Bashar al Assad e da allora resta in carcere. I motivi dell’arresto di questo ingegnere elettronico di 31 anni, di origini palestinesi, specializzato nello sviluppo di software open source non sono noti: alla famiglia e alla sua fidanzata – che avrebbe dovuto diventare sua moglie nell’aprile scorso – non è stato comunicato nulla.
Quel che è certo è che da allora non gli è stato consentito ricevere visite e che da qualche giorno è stato trasferito in una prigione di massima sicurezza, nei pressi di Damasco, una struttura militare dove vengono custoditi i detenuti accusati di reati come il tradimento, dove è impossibile ricevere assistenza legale e molti dei prigionieri vengono mandati a morte.
Per la liberazione di Bassel da settimane è mobilitato il mondo della Rete: un sito internet è stato aperto con il suo nome dai suoi colleghi di Creative Commons, organizzazione no profit che si occupa di condivisione legale su Internet. Nei giorni scorsi hanno celebrato al Cairo i dieci anni dell’organizzazione, e registrato un video per chiedere la sua liberazione che sta circolando in tutto il mondo. Su Twitter è stato creato un hashtag #FREEBASSEL e un attivista al giorno, in ogni parte del mondo, digiunerà in uno sciopero della fame a catena per protestare contro il suo arresto. Ma nulla finora è servito per far avere notizie del giovane. “Bassel è una persona che da anni lavora per l’apertura della Rete: la sua unica colpa è stata quella di essere stato a favore di Internet libero”, dice Donatella Della Ratta, capo di Creative Commons Arab World e animatrice insieme a un gruppo di amici stretti delle manifestazioni di solidarietà.
Nella motivazione con cui spiega perché ha scelto di inserirlo nella liste dei pensatori più influenti del mondo, accanto ad Aung San Suu Kii e Barack Obama, Foreign policy spiega che Bassel è “un giovane ingegnere le cui capacità hanno aiutato a inserire la Siria nel mondo di Internet e hanno aiutato a creare una comunità open-source in un Paese rimasto a lungo ai margini della cultura giovanile” e che è stato scelto “per il suo impegno in nome di una rivoluzione pacifica in Siria”. Pochi giorni prima di scomparire Bassel aveva affidato a Twitter un messaggio: “Le persone che sono davvero in pericolo non lasciano mai il loro Paese. Sono in pericolo per un motivo, ed è quello stesso motivo che li spinge a rimanere”.
(19 dicembre 2012)